venerdì 31 luglio 2015

Suerte

Dunque………tutto ciò che avrei pensato di portare per questo viaggio, è qui ! come vedi, non c’è poi molto. 
Queste le parole di Gisella, mentre in piedi di fronte al tavolo, mi presenta orgogliosa la suddivisione dell’abbigliamento selezionato per il viaggio ormai prossimo. 
Osservo con attenzione l’insieme e poi punto lo sguardo sulla borsa che dovrebbe essere in grado di contenere il tutto. 
Ogni volta sembra una impresa impossibile, così come impossibile sembra poter mantenere in equilibrio la moto dopo che tutto sarà su di essa collocato, legato, sospeso come in un magico gioco di sfida alle leggi della fisica. 
Definiamo come di consueto il metodo di “archiviazione” dell’abbigliamento. 
Come sempre le opinioni diverse si intersecano fra loro per poi dare origine alla decisione finale, che spesso……….non è la mia. 
Utilizzeremo delle borse sottovuoto, così da ridurre il più possibile gli ingombri, anche se siamo consci che quando giungerà il momento di prelevare una maglia, questa sarà una sorta di ammasso accartocciato di tessuto. 
Il caldo torrido delle ultime settimane mette in difficoltà per diverse ragioni, non ultima la confusione psichica che abbiamo nell’individuare in un capo tipicamente invernale qualcosa di essenziale e obbligatorio per questo viaggio. 
Piuttosto, tutti sudati ed accaldati verrebbe da lasciare a casa l’abbigliamento tecnico e caldo, che in molte occasioni ci ha salvato, per fare spazio a canotte e t-shirt leggerissime. 
Occorre fare uno sforzo mentale enorme nel cercare di immaginare il freddo che potremmo dover combattere quando, con tutti i mezzi a disposizione, stiamo invece cercando di lottare con tutte le nostre forze per sconfiggere il caldo umido che da settimane ci affligge. 
La televisione ci tiene compagnia durante questa complessa operazione, ed il canale del meteo ci svela il futuro come una sfera magica di una maga veggente. 
Una signorina dal volto sorridente, annuncia che “ finalmente il caldo al di sopra della media stagionale ci lascerà fra breve, e per la gioia di molti………..sabato pioverà su tutto il Nord “ 
Gisella ed io ci guardiamo, sgraniamo gli occhi e con un mezzo sorriso, ci dirigiamo verso le tute da pioggia già riposte nelle borse come prima cosa in quanto “ di sicuro non le useremo sino in Islanda………..” 
La preparazione del bagaglio continua con quel poco di attrezzatura che avevo già predisposto, qualche busta di cibo liofilizzato, tre scatolette di carne in scatola, l’immancabile vasetto di Nutella, e dieci scatole di sigari……diciamo che con questo, i beni di prima necessità, ci sono tutti e possiamo finalmente fissare il tutto alla moto. 
Ogni anno, in un misto di ammirazione e compassione, mi intenerisce vederla che poco a poco viene caricata come un somaro degli alpini durante la I° guerra mondiale. 
Mi stupisce la sua forza nel riuscire a non smontarsi sotto tutto quel peso. 
Mi stupisco anche un po’ della mia di forza nel riuscire a guidare il somaro in giro per il mondo portandomi a spasso anche la Nutella e le Simmenthal. 
Lego tutto, controllo che sia un corpo solido e nulla ciondoli pericolosamente. 
Come di consueto le do una pacca sulla sella, forse proprio come gli alpini facevano sul dorso del loro somaro durante la guerra. 
Le lancio un pensiero del tipo “ vedrai……ce la faremo “ mentre spengo la luce del garage e le auguro buona notte. 
Una notte di pensieri, sogni, immagini sfocate da ripulire per far sì che tornino limpide e cristalline. 
Una notte di rotazioni carpiate nel letto, di occhiate lanciate verso l’orologio nella speranza di vedere le lancette scorrere più velocemente. 
Poi ad un tratto mi fermo e rifletto a quanto spesso mi capita di vivere un qualcosa pensando a ciò che cercherò di vivere in futuro, con l’assurdo risultato di non riuscire mai a vivere nulla nella sua totale interezza. 
È a quel punto che, quasi sdoppiandomi un una molteplice veste di rimproveratore e rimproverato, mi punto il dito in forma minacciosa sotto il naso e mi sgrido da solo. 
Da questo momento caro Gianni, ti impegnerai a vivere intensamente, energicamente e totalmente ogni singolo istante della tua vita, dando ad esso l’importanza assoluta su tutto il resto che ancora deve avvenire. 
Con gli occhi di chi si sta prendendo un cazziatone, osservo dal basso verso l’alto l'altra parte di me…….quella seria, e prometto a lui che cercherò di essere migliore, di impegnarmi in quello e di vivere senza immaginare, senza cercare di consumare il tempo solo per arrivare prima ad un altro istante che, forse….solo apparentemente, potrebbe essere più bello. 
Domani partirò quindi così. 
Senza immaginare come sarà arrivare all’imbarco del traghetto in Danimarca, senza pensare a come saranno i guadi in Islanda, cercando di non correre sotto la pioggia nel cercare di uscirne e ritrovare il sole. 
Mi godrò ogni respiro, ogni metro, ogni singola goccia di pioggia, perchè poi alla fine so bene che un giorno mi mancheranno. 
A poche ore dalla partenza è un po’ questo l’augurio che mi permetto di fare a tutti voi. 
A quelli che passeggiando sulla spiaggia assolata di chissà quale località di mare, riescono contemporaneamente a prendere il sole, fare jogging, sorvegliare i figli in acqua mentre giocano ed essere collegato con l’ufficio nel disperato tentativo di coordinare l’attività del team. 
A quelli che passeranno più ore in coda a stressarsi rispetto quelle che vivranno alla ricerca di relax. 
A coloro che partono per chissà dove portando con se l’intero contenuto della casa quasi come per evitare di sentirsi realmente in vacanza. 
A coloro che non partiranno, a tutti quelli che non possono o non vogliono muoversi. 
A tutte le persone che nutrendosi di tecnologia anche durante le vacanze, non si rendono conto di quanto l’illusiva libertà apparente data dal cellulare, altro non sia che una trasposizione delle catene un tempo utilizzate per vincolare gli schiavi. 
A tutti, proprio a tutti, auguro di poter riuscire a godere di ogni istante, dando ad esso l’importanza che solo un qualcosa di irripetibile ha. 
 Per questo non vi auguro buone vacanze, bensi Buoni attimi !!

Ultimo ma non ultimo... Un mondo di auguri alla " piccola" Elena!

mercoledì 22 luglio 2015

Nove notti

Non sempre si viaggia per scoprire. 
A volte capita di farlo, per Riscoprire, Riassaporare, Rivivere. 
In questo Luglio indiavolato, con i nostri corpi sudati e le nostre menti proiettate a luoghi che da qui a poco raggiungeremo, aumenta la frequenza delle volte che ti senti porre, sempre, inevitabilmente la stessa domanda ....
" e quest’anno….ehhhh…….dove andate ?” 
Ogni volta, ad ogni loro sguardo, noto come i miei interlocutori siano sempre di più in attesa di quella risposta d’effetto, di quel luogo lontano, immaginario, magari denso di pericoli e rischi per la vita stessa. 
Ogni volta, sino ad oggi, alla mia risposta corrispondeva sempre inesorabilmente la stessa ulteriore domanda “ caspita………….e dove sarebbe ?” 
Ogni volta, ancora ogni volta, avrei desiderato rispondere dicendo che se volevano conoscere le mie emozioni, i miei timori, le mie paure e le mie certezze……….sarei stato in grado di parlare per ore. 
Ma ridurre il tutto ad un semplice “dove si trova” mi porta a rispondere seccamente che quando ero ragazzo avevo in camera un Atlante mondiale, liso ed ormai ingiallito perché forse appartenuto a mia sorella prima di diventare mio, mentre oggi, con un click su Internet, chiunque, persino Pinocchio potrebbe conoscere il nome della città più sperduta al mondo. 
Chissà, forse sono io che non sopporto il mondo. 
Sarà il mondo che mi circonda da vicino che mi va troppo stretto, sarà che tutto sommato orso sono sempre stato, ma alla fine di ogni giorno, nel mettere a fuoco ogni singolo episodio, sono più le volte che gioisco del nulla piuttosto che del troppo. 
Ed è infatti il nulla che cerco disperatamente, faticando nel raggiungerlo, masticando polvere, sudore o freddo. 
A volte lo trovo e quando accade, vorrei fosse per sempre. Mentre invece, ogni volta ancora, lo devo lasciare voltandomi a guardarlo mentre mi allontano, strizzando l’occhio in segno di complicità, sussurrandogli……..” tutto sommato siamo simili……..anche io sono un nulla…….e tornerò a salutarti". 
Esattamente come feci nove anni fa, seduto su una pista polverosa, scattando una foto con l’autoscatto così che sia Gisella che il sottoscritto fossimo indelebilmente legati a quel luogo. Quella foto la porto nel cuore per altri motivi, ma sono cazzi miei. 
Ed al mio interlocutore che oggi mi ha posto la fatidica prima domanda “ ehhhhhhh quest’anno….?” 
Ho risposto indicando la meta che da qui a pochi giorni, cercheremo di Riscoprire. 
Di nuovo…..? che noia ribatte l’ignaro .. 
Il sangue inizia a bollire, sento che il caldo torrido attorno a me, gradatamente, si fa più lieve solo perché la mia temperatura interna sale.
Mi conosco, e mi rendo conto di quando sto per “decollare” per questo cerco di mitigare l’atteggiamento impulsivo, ma a volte non riesco. 
Le parole mi escono dalla bocca come note di una orchestra perfettamente accordata ed inizio: 
Vedi, conosco una coppia che da 26 anni, ogni anno passa quattro settimane d’estate a Laigueglia. 
Ogni giorno è la fotocopia del precedente e del successivo, a meno del giorno di arrivo e del giorno della partenza. Conoscono meglio loro Laigueglia di quanto Laigueglia non conosca se stessa. 
Io tornerò in posto dove puoi osservare la terra che soffia ininterrottamente da millenni, giorno e notte, dove incontri pozze d’acqua cristallina e calda sgorgare dal nulla e ti ci puoi immergere, dove le pulcinelle di mare nidificano sulle scogliere a picco sull’oceano, dove il ghiacciaio più grande d’Europa giace come un fresco lenzuolo su vulcani che ogni otto anni si risvegliano modificando la morfologia del luogo. 
Torno in un posto dove puoi far cuocere il pane sotto terra, dove esiste il silenzio, dove senti il vento, dove la notte dura solo due ore e tutto il resto è vita da vivere. 
Torno in un luogo ricco, ricchissimo di mille nulla diversi fra loro che messi tutti insieme fanno molto più di quanto io non abbia immaginato possibile. 
Torno in un luogo dove tutto ciò che non ho citato prima, non c’è, e ti dirò di più…….ci torno apposta per quello ! 
Chi diede il nome a quel luogo, probabilmente se fosse stato nella penisola Ellenica, ora non si chiamerebbe Grecia, bensì Yogurtland, se fosse stato in Germania, si chiamerebbe Wurstelland, se fosse stato in Italia si chiamerebbe Pizzaland, o forse oggi, Politicicorrottiland, ma andò lassù……….in quella inospitale landa desolata, fredda e senza l’apparente vita che noi conosciamo. Ebbe talmente tanto freddo che la chiamò Iceland……….terra di ghiaccio. 
Vedi caro interlocutore, quando seduto sulla ghiaia di un nulla che si immerge nell’acqua del mare e di fronte a te vedi gli iceberg che, mossi dalle onde, prendono il largo diretti là dove il sole caldo li ridurrà in vapore acqueo, quando pensi che quel ghiaccio porta con se la storia del mondo, che ha visto e vissuto ere che neppure sui libri puoi trovare traccia, ebbene…….quando ti immergi anche tu in quei pensieri, solo allora scopri di quanto valore abbiano quei cinque minuti trascorsi ad osservare quel semplice, freddo ed insignificante pezzo di ghiaccio. 
Ice, ghiaccio, come quello che trasmette lo sguardo di molti di noi. Come quel rivestimento che abbiamo ormai diffusamente tutti attorno al cuore ed alla mente. 
Dopo tre giorni di navigazione, quando scendi dal traghetto ed appoggi i piedi sulla terra che per soli pochi giorni sarà priva della sua coperta ghiacciata, non senti il freddo pungente dei soli 7 gradi di temperatura di oggi, non senti il vento che ti fa lacrimare gli occhi…..senti tutto il calore di un luogo dove l’uomo non è ancora riuscito a devastare. 
Vedi immagini di un qualcosa che pensavi esistesse solo su un Atlante ingiallito. 
Scopri che la natura può sorprenderti ben più di quanto siano in grado di farlo i migliori registi del mondo con i più sofisticati effetti cinematografici. 
Quando ti prendi quei fatidici cinque minuti, spegni la moto e per una volta nella vita rendendoti conto di non essere tu il centro del mondo, spegni anche te stesso, ecco…….in quell’istante comprendi la grandezza del nulla, la potenza del silenzio e la tua immane piccolezza. 
Nove notti, nove infiniti torridi momenti dove la mia mente cercherà di scappare in anticipo rispetto me. 
Nove notti di cuscini bollenti, di occhi spalancati a cercare nel buio di un soffitto le immagini di allora. 
I ricordi di quelle cascate, di quegli iceberg, dei rifugi lungo le piste sterrate, dei deserti di sabbia lavica.
I ricordi delle paure, con i suoi guadi impetuosi, la sabbia sotto le ruote, la pioggia ed il vento violento.
Nove notti, tanto ci separa dalla partenza caro interlocutore, e se adesso tu magari ti starai aspettando da me la stessa domanda, perché poi alla fine siamo fatti così…..poniamo una domanda solo per avere poi il palcoscenico della nostra stessa risposta, permettimi di risponderti con un francesismo………..di dove andrai tu, non me ne frega un cazzo ! 
Mi basta sapere che non andrai in Iceland…………..bensì con buone probabilità andrai in Discotecaland ! 
Nove notti, il caldo spinge forte da queste parti…….ma lassù, qualcuno che in questo momento starà osservando il sole ancora alto sull’orizzonte, sussurrerà qualcosa ed il fiato uscendo dalla bocca genererà il tipico fumo del freddo……….lo sento, lo sento sulla pelle immaginaria della mia mente……….genera benessere…….genera l’irrefrenabile voglia di partire. 
Nove notti, tante quante servono per caricarmi come un elastico di una fionda pronta a scagliare lontano il sassolino. 
Nove notti, mai abbastanza per tutti i miei pensieri. 
Nove notti, troppe, davvero troppe perché i pensieri a volte fanno male. 
Nove notti, e solo a quel punto anche il mio corpo viaggerà. 
 Saluti da Pizzaland